Non discriminazione e stigmatizzazione: analisi di un caso

– di Norma Trezzi –

Test genetici per l’assunzione di un lavoro

Dopo alcuni mesi di ricerca e numerosi tentativi, Sarah riceve una proposta di lavoro presso una grande compagnia internazionale. Si sottopone a numerosi colloqui da cui risulta possedere non solo i titoli ma anche e soprattutto delle ottime competenze per svolgere il nuovo lavoro. All’ultimo colloquio le viene richiesto di sottoporsi ad un test genetico per rilevare la predisposizione ad alcune malattie genetiche. Sarah, che è in buona salute e non presenta evidenti segni di patologie, si sottopone fiduciosa all’analisi genetica richiesta per la sua assunzione. Dopo alcune settimane arrivano i risultati del test e Sarah viene convocata dall’azienda: dalle analisi genetiche emerge che è portatrice di una mutazione responsabile di una patologia a sviluppo tardivo che potrebbe compromettere la funzionalità dell’apparato muscolare con conseguenti rallentamenti del movimento ed anche una degenerazione del sistema nervoso. Il responsabile del personale, considerati i risultati del test genetico, propone ora a Sarah una assunzione a tempo determinato, eventualmente rinnovabile, ma a condizioni meno favorevoli di quelle precedentemente proposte. Sarah torna a casa molto amareggiata e delusa per il suo futuro professionale ma anche per la preoccupazione della sua salute.

Per il dibattito:

-Nel momento di assunzione del personale le aziende possono richiedere un test genetico per valutare l’attitudine professionale?

-E’ legittimo rifiutare di sottoporsi al test genetico per una assunzione?

-Le compagnie assicurative possono utilizzare l’informazione genetica, per esempio, per non assicurare le persone suscettibili di sviluppare una malattia?

-In quali Stati esistono leggi che governano l’utilizzo dei test genetici e dei loro risultati da parte delle compagnie ?

-Il rischio di una malattia genetica è un argomento sostenibile/sufficiente per negare un posto di lavoro o per escludere tale persona da determinati incarichi?

-Gli ultimi sviluppi dei dati genetici non rischiano di promuovere una cultura di determinismo genetico identificando una persona con i suoi geni e privilegiando l’informazione del genotipo sul fenotipo?

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