L’altruismo è una propensione che si traduce in un’attiva partecipazione alla risoluzione dei problemi degli altri. Il comportamento altruistico promuove la sopravvivenza e la qualità della vita dei membri della propria specie, o anche di specie diverse.
L’altruismo efficace (effective altruism) è sia una filosofia che una comunità di persone. Esso si occupa in modo scientifico della massimizzazione del bene che gli individui possono fare agli altri attraverso la propria carriera, i propri progetti e le proprie donazioni.
Peter Singer e l’altruismo efficace
Nel 2009, in The life you can save[i], il filosofo utilitarista Peter Singer propose alcune argomentazioni, secondo cui gli individui hanno il dovere morale di aiutare efficacemente gli altri.
Prima premessa: la sofferenza e la morte per mancanza di cibo, riparo e cure mediche sono cattive.
Seconda premessa: se è in tuo potere impedire che accada qualcosa di cattivo, senza sacrificare nulla di altrettanto importante, è sbagliato non farlo.
Terza premessa: donando alle agenzie umanitarie, puoi prevenire la sofferenza e la morte per mancanza di cibo, riparo e cure mediche, senza sacrificare nulla di altrettanto importante.
Conclusione: pertanto, se non fai una donazione alle agenzie umanitarie, stai facendo qualcosa di sbagliato.
Altruismo versus altruismo efficace
Ogni altruista agisce con l’intenzione di beneficiare gli altri. L’altruismo efficace è più esigente. Infatti, chiede a chi desidera aiutare gli altri di considerare tutte le conseguenze delle proprie azioni, agendo poi nel modo che genera il maggior effetto positivo.
Sul piano pratico, la principale differenza nei confronti delle forme più tradizionali di beneficienza consiste nell’approccio basato sulla ricerca scientifica. La ricerca permette infatti, secondo i fautori dell’altruismo efficace, di operare le scelte per allocare le risorse che massimizzano il bene prodotto dalle donazioni.
Poiché nessuno, da solo, è in grado di effettuare tutte le valutazioni necessarie, giocoforza l’altruista efficace deve donare seguendo le indicazioni di agenzie (di solito no profit) che hanno effettuato l’analisi per conoscere come ottenere il miglior risultato dall’impiego della donazione.
In questo modo, secondo The New Worker[ii], l’impresa morale dell’altruismo efficace – che è particolarmente popolare nella Silicon Valley – controlla risorse filantropiche per circa 30 miliardi di dollari. Cofondatore del movimento è Il filosofo scozzese William MacAskill, che vive con circa 26 mila sterline l’anno e dona tutto quanto guadagna in più. Egli teorizza (e testimonia) che il donatore deve programmare la propria vita lavorativa in modo da ottenere un consistente surplus da donare.
Critiche all’altruismo efficace
L’altruismo efficace ha due componenti: incoraggiare le persone nel mondo ricco a donare di più; e incoraggiarle a donare in modo più razionale, tramite organizzazioni efficienti.
Secondo alcuni, entrambe queste componenti si concentrano su ciò che rende buono il donare piuttosto che sul raggiungimento di obiettivi. Per costoro, l’altruismo efficace non mira per niente all’eliminazione della povertà globale, come spesso si suppone. Infatti, il suo peculiare impegno nella logica del consumismo individualista lo rende costituzionalmente incapace di realizzare un progetto così ampio[iii].
In effetti, l’altruismo efficace potrebbe non funzionare. Singer e altri hanno sostenuto le loro argomentazioni per quasi cinquant’anni, eppure il livello delle donazioni private rimane di ordini di grandezza al di sotto di quanto sarebbe necessario per eliminare la povertà globale, non importa quanto efficientemente siano stanziate queste donazioni. In secondo luogo, l’altruismo efficace ignora lo strumento più ovvio e potente che abbiamo: la sfera politica e le istituzioni di governo che sono nate proprio per risolvere i problemi grandi e complessi delle collettività[iv].
Sul piano della morale individuale, l’altruismo efficace è stato criticato perché può permettere di intraprendere una carriera altamente redditizia in un settore potenzialmente immorale, se ciò consente di donare somme maggiori. Invece, scegliere un lavoro solo per guadagnare più soldi può essere distruttivo, anche se il denaro guadagnato viene impiegato per beneficenza[v].
Risposta alle critiche
I sostenitori dell’altruismo efficace che appartengono all’associazione no-profit 80.000 hours, che ha base a Londra, hanno risposto a tutte queste critiche[vi].
Per prima cosa, essi negano che l’unico scopo del movimento sia l’eliminazione della povertà globale. Invece, ritengono che una descrizione più accurata degli scopi scopi attuali comprenda la lotta alla povertà estrema, l’opposizione all’allevamento industriale e la riduzione dei rischi esistenziali, con un piccolo numero di altre aree di interesse.
All’obiezione che l’altruismo efficace ignora i cambiamenti sistemici (systemic change) oppongono che se migliorare il mondo in modo sistemico è la linea d’azione che produrrà il massimo benefico, allora è anche la linea d’azione migliore per l’altruismo efficace.
Infine, ricorrono a un sondaggio per negare che la scelta del lavoro da parte dei donatori si basi soltanto su considerazioni legate all’entità dei proventi. Infatti, la maggior parte dei partecipanti alla survey ha affermato di non scegliere il percorso lavorativo in base alla motivazione “guadagnare per dare”, anche se il 36% di loro ha di fatto indicato questa ragione come la prioritaria.
Nel complesso, queste risposte non sembrano dissipare i dubbi che questo grande movimento filantropico abbia un carattere conservatore ed esprima un radicale pessimismo nell’azione politica.
[i] https://www.authorsforpeace.com/uploads/4/9/6/3/4963358/the_life_you_can_save.pdf
[ii] https://www.newyorker.com/magazine/2022/08/15/the-reluctant-prophet-of-effective-altruism
[iii] https://www.abc.net.au/religion/why-effective-altruism-is-not-effective/13310708
[iv] Ivi
[v] https://www.nytimes.com/2013/06/04/opinion/brooks-the-way-to-produce-a-person.html
[vi] https://80000hours.org/2020/08/misconceptions-effective-altruism/